«Ho trattato della manipolazione del volto dovuta all’uso di filtri e del fotoritocco, strumenti che portano al cambiamento della percezione che abbiamo di noi stessi, degli altri.
Noi e gli altri. Corpi, sguardi, dispositivi.
Ho analizzato il senso di inadeguatezza che deriva nel momento in cui si avverte che l’immagine manipolata non corrisponde alle identità.
Il corpo è digitale?
Abbiamo ancora un’identità che va oltre la nostra immagine?
Rifletto sulla bellezza virtuale, quella legata a “personaggi” in carne ed ossa generate completamente al/dal computer.»