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La Design Week a BASE Milano 2025 è MAKING KIN

Dal 7 al 13 aprile, BASE Milano apre le porte a una comunità temporanea di designer, architetti e artisti  per immaginare nuove relazioni tra «umani, non umani, più che umani». Ecco la guida ai nostri progetti preferiti.

Di Alessandro Mondini 09/04/2025
IMG / Do You Speak Flower?, © HEAD Genève – Master in Space and Communication(Ginevra, Svizzera) e ALUO (Lubiana, Slovenia).

La settimana del Fuorisalone è tra le più attese dell’anno. C’è chi la ama e chi la odia. Qualcuno si farebbe tagliare volentieri a metà pur di partecipare a due eventi contemporaneamente, aggirandosi per Milano come una sorta di visconte dimezzato, e chi, invece, preferirebbe salire su un elce e restarci fino a domenica 13 aprile, come una specie di barone rampante, quando le luci si spengono e le serrande si abbassano per l’ultima volta. Per una settimana la città mostra il meglio e il peggio di sé, parlandoci nel frattempo di design, sogni e utopie, con allestimenti favolosi, mostre imperdibili, installazioni surreali, talk e marchette. Gli affitti schizzano alle stelle, gli appartamenti sfitti si riempiono, dormire in hotel è un salasso. Percorrere a piedi via Tortona diventa un’impresa, prendere una metro a Porta Venezia idem, studiare a Brera o in Statale ti rende in automatico parte dell’attrazione (ed è davvero snervante).

Eppure, eppure tutto sembra più bello, più colorato, più vivace, più cool, come una caramella disgustosa nascosta da una carta brillantinata. E poco importa se il palato non sarà così contento, perché gli occhi lo saranno e desidereranno esserlo di nuovo. Il Fuorisalone è insomma la festa infinita cantata da Nico in All Tomorrow’s Parties dei Velvet Underground, dove conta di più sapere che cosa faremo poi («And what costume shall the poor girl wear / To all tomorrow’s parties?»), anziché riflettere su cosa stiamo facendo ora. Sarò sincero: tra un visconte dimezzato e un barone rampante, io sceglierei a occhi chiusi i rami dell’elce. E anche se di certo non sarei in cattiva compagnia – lassù, mi aspetto di incontrare Enzo Mari e Ugo La Pietra, che da soli hanno vinto sette Compassi d’Oro e scritto giudizi spietati sulla Design Week – mi rendo conto però che mi perderei il meglio di questa settimana. E no, non mi riferisco alle feste, ma alle persone che si possono incontrare a BASE Milano in occasione di Making Kin.


#01 DO YOU SPEAK FLOWER?

HEAD Genève – Master in Space and Communication (Ginevra, Svizzera) e ALUO (Lubiana, Slovenia)

Progetti di Manon Boyer, Romane Buffat, Carolina Eckell Bernasconi, Charlotte Favre, Elie Girard, Lea Gruaz Elena Llosas, Eléa Malmouche, Louna Passal, Rahel Rippel, Lou Vanille Tissot-Daguette, Luna Valls-Haenni, Mofei Wei.

Fin dall’età vittoriana, la florigrafia – il linguaggio simbolico dei fiori – si è rivelata un mezzo di comunicazione straordinario, capace di esprimere pensieri radicali e di controtendenza in modo discreto, ma efficace. Dall’erbario di Rosa Luxemburg ai bouquet di Charles & Ray Eames, i codici floreali hanno attraversato epoche accompagnando figure visionarie e movimenti di speranza. Ispirandosi a questi atti di resistenza, la mostra collettiva Do You Speak Flower? esplora l’incrocio tra i fiori e la comunicazione di informazioni per nascondere messaggi politici, femministi e queer.

IMG / Eléa Malmouche ed Elie Girard (HEAD Genève – Master in Space and Communication).


#02 EQ/A

Coventry University – Scuola di Design and Media (Il Cairo, Egitto)

Progetto di Joudy Elmokadem, Laila Samir, Mohammed Abushady, Mariam Ali, Jana Mohamed.

Entro il 2050, le città affronteranno una crisi energetica dovuta alla crescente domanda e dipendenza dai combustibili fossili. EQ/A propone una soluzione innovativa: convertire l’inquinamento acustico urbano in energia pulita. Questo dispositivo, indossabile e portatile, sfrutta materiali piezoelettrici avanzati – come il PVDF – per trasformare il rumore in elettricità. È composto da un collettore conico, un trasduttore, un raddrizzatore e da supercondensatori per immagazzinare l’energia generata. EQ/A non è soltanto una soluzione tecnica, ma un approccio partecipativo alla produzione energetica collettiva.

IMG / Jana Mohamed, Mariam Ali, Laila Samir, Joudy Elmokadem (Coventry University – Scuola di Design and Media).

#03 WITHIN CONTAMINATED CIRCUITS

Miriam Daxl

Within Contaminated Circuits è un sogno febbrile di grovigli planetari, in cui il calore non è un sintomo. È il segnale, il messaggio, l’ospite indesiderato che si rifiuta di essere ignorato. Contamina ogni corpo – umano, macchina e celeste –. Presentato a BASE Milano come installazione e lecture performance, il progetto di Miriam Daxl interpreta il calore non come un inconveniente o un’interferenza, ma come una storia, una pulsazione, un’intimità scandalosa tra cose che non avrebbero mai dovuto toccarsi.

IMG / Within Contaminated Circuits, © Miriam Daxl.

#04 AN AMALGAM LOOP

Alessio Pinton

An Amalgam Loop è un’installazione che sfida i confini tra vita e materia, rifiutando i binari gerarchici di attivo e inerte. Ispirata dalla critica di Fritjof Capra al paradigma meccanicistico, l’opera mostra un mondo in cui tutta la materia vibra entrando in relazione. Al centro, l’incontro chimico tra calcare e aceto genera una trasformazione atomica in tempo reale, creando un paesaggio sonoro vivente, un ciclo di feedback in cui le vibrazioni delle trasformazioni in corso sostengono il sistema stesso.

IMG / An Amalgam Loop, © Alessio Pinton.

#05 ASCOLTA LA MAMMA

Cris Olmedo & QS Ventures

Ascolta la Mamma è più di un’installazione. È uno spazio relazionale, una pratica per tornare ad ascoltare la natura. Intrecciando architettura effimera, piante, tecnologia XR – c’è pure un’AI con cui puoi parlare –, questo progetto getta un ponte tra passato e futuro, umano e non umano, materiale e digitale. Una mappa dinamica traccia l’equilibrio dell’ambiente prima e dopo l’ingresso dei visitatori, alcuni schermi mostrano fotografie di persone che abbracciano alberi, toccano radici, raggiungono le foglie. Gesti semplici, che ci ricordano come questa connessione sia antica e fragile.

IMG / Ascolta la mamma, © Cris Olmedo & QS Ventures.

 

Alessandro Mondini

(Studente, Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia)